Gli inizi: “All cost is for function!”
Il metodo dell’Analisi del Valore nasce negli Stati Uniti dopo la fine della seconda guerra mondiale. La messa a punto del metodo rappresenta il risultato di una ricerca condotta da un gruppo di tecnici della General Electric Company, guidata da Larry Miles. Lawrence D. Miles, ingegnere elettrico era uno di quelli che durante la guerra si erano dovuti “arrangiare” quando un materiale o prodotto era sparito dal mercato ed aveva già osservato che, nella ricerca dei surrogati, l’essenziale era che essi sapessero svolgere la “funzione” degli elementi originali, indipendentemente dalle loro caratteristiche fisiche. Nel 1947 Miles formò un gruppo di ricerca interdisciplinare e con questo lavorò a tempo pieno per cinque anni, sviluppando tecniche di analisi differenti, combinandole in vari modi tra loro, verificando e confrontando i vari dati delle applicazioni. Fu sviluppata la tecnica di analisi che consente di distinguere le funzioni necessarie da quelle accessorie e di attribuirvi un valore monetario.Questo approccio fu sintetizzato da Miles nella frase “All Cost is for Function” e corrisponde alla cosiddetta fase funzionale della analisi del valore. Un’importanza non minore fu attribuita alla creatività. Al fine di trovare soluzioni alternative di maggior valore a quelle di partenza, necessità liberare e potenziare la creatività di tutti gli uomini, solitamente frenata da condizionamenti psicologici e sociologici. Tecnica fondamentale per eliminare queste limitazioni è il brainstorming che si attua nella fase creativa. Anche un’ampia e aggiornata documentazione tecnico-economica su materiali, componenti e loro costi, durata e prestazioni fu ritenuta indispensabile soprattutto nella fase iniziale di orientamento dell’analisi, tale fase venne definita informativa. Infine fu ritenuta importante la tecnica di selezione delle soluzioni alternative definita fase selettiva, senza la quale, malgrado l’approccio di gruppo, vi sarebbe stato un eccessivo rischio di soggettività. Una tecnica soddisfacente fu trovata solo successivamente da Carlos Fallon, un collaboratore di Miles, nella famiglia delle analisi multicriteriali. Tale metodo fu denominato Combinex e venne successivamente semplificato da altri esperti per renderlo uno strumento maggiormente efficace e flessibile. Con queste modifiche, denominata “analisi del valore”, questa tecnica fu esposta a partire dal 1952 in una serie di seminari interni alla General Electric, riscuotendo immediatamente un grande successo. In alcuni casi si ottennero riduzioni di costo fino al 60-80%, in altri soltanto del 5-10%, nonostante ciò fu subito chiaro che tale tecnica funzionava permettendo di ridurre i costi pur mantenendo inalterata la qualità dei prodotti.
Gli sviluppi successivi e la diffusione a livello planetario
Grazie al successo interno alla General Elettric Company, fu presto estesa ad altre società anche di diversa natura. L’Analisi del Valore trovò terreno fertile nell’industria manifatturiera degli Stati Uniti anni ’50 e venne adottata dal Pentagono per la selezione degli armamenti e degli altri acquisti in generale.
A partire dagli anni ’60 l’analisi del valore iniziò la sua diffusione al di fuori degli Stati Uniti, venendo applicata nelle industrie giapponesi ed europee, nel frattempo il Pentagono sperimentava l’estensione di tale tecnica agli appalti edilizi.
Negli anni ’70 tutte le più grandi stazioni appaltanti statunitensi, gran parte delle giapponesi e il Plan Construction francese adottarono tale tecnica.
In America furono individuate procedure e clausole contrattuali in grado di favorire le imprese edili nell’applicazione dell’analisi del valore attraverso la suddivisione degli utili derivanti dal risparmio prodotto tra stazione appaltante e le stesse imprese. In Giappone si sperimentò l’analisi del valore applicata ad operazioni di cantiere. Sempre in quegli anni veniva introdotta nelle maggiori industrie Italiane. Nel 1985 analogamente a quanto acceduto negli altri Paesi maggiormente industrializzati veniva fondata anche in Italia l’Associazione per l’Analisi del Valore con un apposito Comitato Edilizia. Nel 1988, negli Stati Uniti, viene ufficializzata la procedura dell’analisi del valore nel settore edilizio. L’Office of Management and Budget con la circolare A-131 ha reso obbligatorio il suo impiego in tutti gli appalti che utilizzano fondi federali, impartendo istruzioni per l’attribuzione di partitegli utili alle imprese per la costituzione di nuclei per l’applicazione della tecnica in tutte le stazioni appaltanti, per l’organizzazione di corsi di formazione e di azioni promozionali. La necessità di un approccio interdisciplinare per affrontare tematiche complesse, alla base di programmazioni, studi di fattibilità, progettazioni, sicurezza in fase realizzativa e della gestione ha portato a definire metodi e strumenti tali da analizzare in modo scientifico tutti gli aspetti per riportarli all’unità e coordinarli progettualmente. Da qui l’interesse sempre maggiore nei riguardi dell’analisi del valore, metodo e tecnica operativa per verificare e valutare con l’analisi funzionale qualsiasi entità: idea, progetto, prodotto, compresa la sicurezza. Le prime applicazioni di analisi del valore furono concepite dagli statunitensi, durante la seconda guerra mondiale, dal momento in cui non fu più possibile utilizzare materiali essenziali e si cercarono nuove soluzioni. Nell’accezione di Miles (che ideò AV nel 1943), il valore è un concetto legato all’utilità che è attribuita alla funzione esaminata in rapporto al costo totale, all’interno delle risorse disponibili per la produzione e la gestione nel ciclo di vita ipotizzato. Miles intuì che ragionando in termini funzionali è possibile trovare soluzioni alternative rispetto a quelle adottate in precedenza: sostituì alcuni materiali esauriti, con altri, ottenendo la stessa risposta funzionale, abbassandone i costi. Tale metodo fu quindi utilizzato dal Pentagono per scopi militari e, dal 1950, il SAVE (associazione dell’Analisi del Valore statunitense) porta avanti iniziative di gran rilevanza, organizzando riunioni a livello mondiale.
L’Analisi del Valore in Italia
L’Analisi del Valore si è sviluppata in Italia già dalla seconda metà degli anni ’60 (nel settore industriale), prima dell’introduzione delle norme europee sulla garanzia della qualità.
All’inizio fu considerato come uno strumento per coadiuvare la committenza/utenza nella messa a punto dei requisiti o come “collaudo in itinere del progetto” dagli elaborati preliminari, fino allo sviluppo delle funzioni più complesse, avvalendosi, tra l’altro, d’altri metodi come la teoria dei giochi (gaming simulation).
Oggi il Value Manager, coordinatore di un Gruppo AV, può oggi proporre la sua attività a chi deve programmare e quindi nel momento delle strategie, ma anche nel momento della verifica della qualità di un progetto, fino a poter affrontare come fanno in Giappone la ricerca delle condizioni più vantaggiose nel momento realizzativo, in rapporto alle risorse disponibili per produrre e per gestire e facendo intervenire considerazioni sulla fattibilità in sicurezza per chi opera (operatività del progetto) e sulla sostenibilità delle soluzioni in rapporto alle condizioni ambientali, per salvaguardare le esigenze dell’attuale e delle future generazioni. Si fa tuttavia rilevare come i migliori risultati si possono ottenere qualora si anticipino le applicazioni AV a partire dall’analisi degli elaborati preliminari del progetto.L’Analisi del Valore si è sviluppata in Italia già dalla seconda metà degli anni ’60 (nel settore industriale), prima dell’introduzione delle norme europee sulla garanzia della qualità. All’inizio fu considerato come uno strumento per coadiuvare la committenza/utenza nella messa a punto dei requisiti o come “collaudo in itinere del progetto” dagli elaborati preliminari, fino allo sviluppo delle funzioni più complesse, avvalendosi, tra l’altro, d’altri metodi come la teoria dei giochi (gaming simulation). Il punto di partenza comune è che si tratta di procedure che consentono d’essere applicate a qualsiasi problema, che richiedono l’apporto d’esperti di varie discipline e del non esperto – il provocatore – con un’attività interdisciplinare, perché richiede la presenza simultanea di tutti gli attori: si tratta di simulare un approccio comportamentale teso al raggiungimento di predeterminati obiettivi, tramite la definizione di funzioni e la loro valutazione. Su quest’ultimo aspetto l’analisi del valore ha qualcosa in più da dire rispetto alla teoria dei giochi, poiché, grazie all’intuizione del suo inventore ed ai successivi sviluppi sul piano metodologico, questo strumento consente di stimare un indice di valore per ogni funzione e d’esprimere un indice di valore su soluzioni alternative rispetto a quella presa in esame. Può accadere che, in presenza d’elaborati progettuali preliminari redatti da un gruppo di progettazione, il gruppo degli analisti del valore dimostri che una soluzione alternativa da loro prospettata sia altrettanto valida sotto l’aspetto funzionale, se non addirittura superiore a quella proposta dai progettisti, fatti salvi gli aspetti estetico-formali. Gli stessi progettisti, sottoponendosi a verifiche in itinere, rischiano meno sul piano della qualità del progetto finale e della completezza degli elaborati che devono essere sempre più rispondenti a problemi di manutenibilità, durabilità, operatività e sicurezza in cantiere e durante la fase della gestione. Nella norma UNI EN 1325-1 dal titolo: “Vocabolario della gestione del valore e dell’analisi funzionale”, sono state definite le definizioni relative all’analisi del valore (Value Analysis – VA) e dell’analisi funzionale (Function Analysis – FA). La norma UNI EN ISO 8402: 95 abbina il concetto di qualità al soddisfacimento delle esigenze espresse ed implicite dell’utilizzatore finale. Uno degli aspetti che caratterizza l’approccio AV dagli altri metodi di supporto per le decisioni, consiste nel rigore dell’attività interdisciplinare e nella misura che si riesce a conferire con il coefficiente di valore, rapporto tra l’utilità delle funzioni ed i costi complessivi degli elementi. La differenza tra qualità e valore è evidenziata dal fatto che quest’ultimo la rispondenza alle esigenze è collegata all’utilità ed ai costi. L’analisi del valore, proprio per definizione, riporta ogni aspetto dei problemi complessi affrontati dai cultori delle varie discipline ad un linguaggio comune, apre gli apporti di collaboratori non esperti e, attraverso l’opera del coordinatore, consente di portare a sintesi tutti gli apporti tecnici ed umanistici con risultati di maggior rilievo rispetto a quelli che potrebbero essere ottenuti con apporti separati. L’analisi di gruppo porta con sé un inevitabile margine di soggettività: nasce l’esigenza di adottare strumenti in grado di consentire valutazioni che possono essere ricondotte alla misura di parametri che non possono essere completamente ricondotti sul piano dell’oggettività. Per avere un parametro di riferimento certo, si valuta un coefficiente od un indice di valore. Tale concetto assume grand’attualità alla luce della riforma dei lavori pubblici resa concreto dalla 109/94 (con modifiche ed integrazioni) nel regolamento generale e nel capitolato generale delle opere pubbliche. È stata, infatti, introdotta nell’art. 15 (anche se in forma facoltativa) del regolamento d’attuazione della legge quadro e nell’art. 11 del capitolato generale d’appalto dei lavori pubblici. Mediante AV si riesce a misurare, con termini precisi, più soluzioni alternative, prodotte nella fase della creatività dal gruppo AV, insieme d’esperti e non, chiamato dal responsabile del procedimento per supportarlo alle sue decisioni. A chi sostiene che AV intende riportare considerazioni di natura sociale ed estetico-formale in termini economici, si può rispondere che essa si basa su un approccio funzionale rispettoso delle caratteristiche estetico formali e degli aspetti sociali, potendosi rilevare che possono entrare in gioco opere d’inestimabile valore con parti da assumere come invarianti: vi sono studi che ricercano le condizioni per attribuire un indice di valore anche a questi aspetti, consentendo all’immobile dei ritorni economico-gestionali. L’importanza dell’AV per un’impresa è dimostrata dalla competitività che riesce a raggiungere grazie alla qualità dei processi (organizzazione, produzione e gestione) ed alla capacità di soddisfare i bisogni dell’utente, oltre a rispettare le esigenze del committente/imprenditore. Si passa poi a selezionare le proposte ed a presentare quella più vantaggiosa. Il ricorso al computer, ai sistemi informativi ed a schede con parole chiave consente di codificare le risposte, d’evidenziare le cause d’eventuali disfunzioni e di suggerire i rimedi. Volendo abbinare alla capacità la qualità, è obbligatorio partire dalle funzioni e riguardare all’edilizia come ad un processo cui tutti gli operatori debbano sentirsi attori con ben determinate responsabilità ed avere ruoli precisi e garanzie di poter operare in sicurezza.
SINTETICA CRONISTORIA SU AV
1943
Lawrence Miles, Ingegnere della General Electric Company, intuisce che ragionando in termini funzionali è possibile trovare soluzioni alternative rispetto a quelle adottate in precedenza, giunge a sostituire alcuni materiali esauriti con altri, ottiene la stessa risposta funzionale ed abbatte i costi. Inventa così l’Analisi del Valore. Viene messo a punto un metodo ed iniziano le applicazioni negli Stati Uniti d’America. In particolare il Pentagono adotta questo metodo e lo applica nelle realizzazioni militari. Successivamente verrà una Risoluzione del Senato relativamente ai Lavori Pubblici. Dal 1950 il SAVE, l’Associazione di Analisi del Valore statunitense porta avanti iniziative di grande rilevanza e organizza riunioni a livello mondiale.
1966
Sono i Paesi Scandinavi che creano una Associazione per il Valore, ma non vengono rese pubbliche le attività.
1970
L’Impresa Giapponese Fujita sperimenta AV per il progetto e in cantiere.
1972
In Francia il Sig. Litodon affronta il tema stabilendo contatti con Costruttori. Va in America e arriva a scrivere un Manuale Francese sull’Analisi del Valore.
1977
Presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Pisa il Prof. D’Ascanio Inventò il primo prototipo di elicottero moderno e fu il progettista della Vespa Piaggio. insegna l’Analisi del Valore, fa ricerche in tal senso nel settore automobilistico e la Piaggio di Pontedera adotta AV come metodo per il progetto degli scooters.
1978
Viene effettuata una indagine internazionale per conoscere chi sta fruendo dell’AV nel settore delle costruzioni. Dandri viene incaricato di coordinare i lavori di una Commissione. Risposero ad un questionario 25 Paesi.
1979
In Francia viene fondata l’AFAV, Associazione dell’Analisi del Valore comprendente rappresentanti di pubbliche amministrazioni e di aziende. Si deve a questa Associazione ed in particolare a Litodon l’aver fatto conoscere il metodo in Europa con applicazioni rivolte, per esempio, alla progettazione di opere marittime e di centri intermodali (Lione).
1980
Il CIB organizza Simposi a cadenza triennale: Losanna 1981, Montreal 1984, Copenhagen 1987, Sidney 1990, Lisbona 1993 e Meetings in anni intermedi.
1985
Viene fondata l’AIAV – Associazione Italiana per l’Analisi del Valore
1988
In USA le applicazioni di AV diventano obbligatorie per opere pubbliche il cui costo di realizzazione superi un prefissato importo e all’Impresa che abbia vinto una gara viene consentito di fare l’AV del progetto andato in gara e di proporre una eventuale diversa soluzione purché a parità di funzioni comporti delle economie. Una clausola incentiva consente in caso affermativo di poter fruire l’Impresa del 55% dei vantaggi economici ottenuti. Il resto è a vantaggio del Committente.
1989
L’AIAV organizza a Milano la 1a Conferenza Europea.
1998
Presso l’EGB (European Governing Board) vengono riconosciuti i primi due Docenti italiani di Value Management nelle persone dei Proff. Caruso di Spaccaforno Angelo e Maffei Pier Luigi.
1998
Nel maggio 1998 viene pubblicata la norma UNI EN 1325-1:1998 Vocabolario della gestione del valore, dell’analisi del valore, dell’analisi funzionale – Analisi del valore ed analisi funzionale.
2000
Viene pubblicata la norma UNI EN 12973:2000 riguardante la Gestione del Valore (Value Management).
2001
Si costituisce in UNI la commissione per la traduzione della UNI EN 12973:2000 riguardante la Gestione del Valore (Value Management).
2003
Viene tradotta in italiano la norma UNI EN 12973:2000 riguardante la Gestione del Valore (Value Management).
2013
Viene redatta a livello europeo la UNI EN 16271:2013, Gestione del valore – Espressione funzionale delle esigenze e delle specifiche di prestazione funzionale – Requisiti per esprimere e validare le esigenze da soddisfare nell’ambito del processo di acquisto od ottenimento di un prodotto.
2014
Viene aggiornata la UNI EN 1325:2014, Gestione del valore – Vocabolario – Termini e definizioni.
2019
L’AIAV promuove l’inizio dei lavori, all’interno dell’Ente Italiano di normazione UNI nel CT 016/GL 79 “Analisi del valore”, di una norma riguardante la figura professionale del Value Manager.
2020
Viene aggiornata a livello europeo la UNI EN 12973:2020, Gestione del valore.
2021
Viene tradotta in italiano la norma UNI EN 12973:2020 dall’Ing. Andrea Galli, consigliere AIAV.
2023
Viene pubblicata la norma UNI 11915:2023 sul Gestore della catena del valore (Value Manager) promossa dall’Associazione Italiana per la Gestione e Analisi del Valore (AIAV) e curata da Angelo Caruso di Spaccaforno, Giampiero Bambagioni e Andrea Galli, docenti di riferimento, con competenze multidisciplinari, nell’ambito del Master PolisMaker del Politecnico di Milano; la norma è pertanto principalmente focalizzata sulle costruzioni e in particolare sulle innovative modalità di realizzazione e gestione di infrastrutture e investimenti di rigenerazione urbana in un’ottica di valutazione delle performance (e dei costi di gestione e manutenzione) nell’intero ciclo di vita dell’opera (Life-cycle assessment, LCA).